
Il terapeuta Salvador Minuchin, pioniere e maestro della terapia familiare, sosteneva che “Il problema di un bambino è sempre un problema familiare”. Risulta infatti difficile riuscire a comprendere davvero un bambino, (così come ogni altro individuo d'altronde!) senza prendere in considerazione i contesti che abita. Quando parliamo di bambini quindi non si può pensare di trattare con essi senza prendere in considerazione la famiglia stessa. Molto spesso accade invece che un genitore si presenti nello studio di uno psicologo chiedendo di “curare" il proprio bambino dalla diagnosi. Chiedono la cura per bambini iperattivi, provocatori, ansiosi, ribelli, depressi, fobici, antisociali, per un disagio che molto spesso manifestano fuori dalle mura di casa, nei contesti scolastici per esempio, e che vengono per questo motivo ascritti a quel determinato contesto. Ci troviamo spesso davanti a genitori che reagiscono con sorpresa davanti alla proposta di una convocazione dell'intera famiglia “Si comporta male a scuola, quindi io cosa c'entro?”. Scopo di questo articolo non è però colpevolizzare genitori e famiglie, né tanto meno individuare le responsabilità, quanto piuttosto aprire una riflessione su quanto la famiglia di un bambino in difficoltà, se coinvolta, possa rappresentare una risorsa fondamentale ed indispensabile per arrivare alla risoluzione della sintomatologia che il bambino presenta. In un'ottica sistemico familiare infatti, il sintomo del bambino è spesso letto come l'espressione di un disagio dell'intera organizzazione familiare, che si manifesta nel figlio “designato” come un campanello di allarme per tutto il sistema. In alcuni casi il bambino può somatizzare attraverso il corpo, in altri casi il sintomo può avere la funzione di deviare l'attenzione della famiglia da altre problematiche interne, faticose da affrontare, come difficoltà sul piano coniugale o che hanno a che vedere con la famiglia allargata (nonni, suoceri, zii, nuovi compagni ecc...) che anche se non esplicitate si ripercuotono inevitabilmente sulla vita dell'intero sistema familiare. Poiché le dinamiche che si creano in queste circostanze si sviluppano per lo più su un piano di non consapevolezza, non ha senso parlare di colpe o responsabilità. Più utile è invece capire cosa sta accadendo all'interno di quella famiglia nel momento in cui il bambino sperimenta un disagio, che trova magari espressione nel contesto scolastico o nella relazione con i pari.
Le potenzialità che offre a tal scopo la terapia familiare sono fondamentali.
La convocazione dell'intera famiglia aiuta di per sé il bambino ad alleggerirsi dal peso di un problema che non riguarda più solo se stesso, ma che viene invece condiviso. Diventa possibile capire cosa impedisce alla famiglia di proseguire il suo percorso evolutivo, come ripristinare equilibri, ruoli e confini, e quale significato dare al malessere del bambino, sintonizzandosi con esso e con le sue difficoltà, per affrontarle e superarle insieme. #minuchin #bambini #terapiafamiliare #chiaraziolipsicologa
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